Piano Circus | confronto aperto sulla pratica musicale nelle lezioni di danza classica e contemporanea
Piano Circus Classico
Arkadiy Figlin | Christopher Hobson | Alexandra Time
Le lezioni di danza sono tenute dalla prof.ssa Francesca Malacarne (Liceo coreutico Vittorio Emanuele II) e dal prof. Fabrizio Podaliri (Liceo coreutico Vittorio Emanuele II) |
Piano Circus Contemporaneo
Robert Boston | Paolo Demitry | Quentin Tolimieri
Le lezioni di danza sono tenute dalla prof.ssa Teri Weikel (AND), dal prof. Dino Verga (AND) e dal prof. Giordano Novielli |
Suonare per la danza diventa spettacolo quando tre musicisti si mettono in gioco suonando all'impronta, sul palcoscenico, per una classe di danza dal vivo. Nell'ambito della lezione di danza classica, oppure di danza contemporanea se più congeniale al musicista, essi propongono coraggiosamente le proprie idee musicali ad una platea attenta e partecipe. Discutono intorno alle questioni di interpretazione musicale/ritmica del gesto danzato, mettendo a confronto soluzioni differenti, frutto delle rispettive esperienze e delle proprie scelte estetiche e lessicali nella pratica dell'improvvisazione per la danza. L'appuntamento con Piano Circus si configura come uno dei punti di riferimento nell'ambito del Convegno, un momento di confronto aperto e brillante, manifestazione di talenti, fucina di idee originali ed inaspettate.
Chaconne
Kristen Foote, danza | Alberto Bologni, violino
performance
Chaconne (1942), pietra miliare della creazione coreografica di José Limon, fu composta sull'omonimo brano della seconda Partita per Violino di J. S. Bach.
Con l'esecuzione di questo lavoro abbiamo voluto aprire il convegno. Musica che si restituisce alla danza. Tema con variazioni al quadrato. Un sontuoso omaggio alle relazioni con cui Musica e Danza, a secoli di distanza, sanno misurarsi, dialogare, commuoverci.
performance
- 31 ottobre, 18,30 | Teatro
Chaconne (1942), pietra miliare della creazione coreografica di José Limon, fu composta sull'omonimo brano della seconda Partita per Violino di J. S. Bach.
Con l'esecuzione di questo lavoro abbiamo voluto aprire il convegno. Musica che si restituisce alla danza. Tema con variazioni al quadrato. Un sontuoso omaggio alle relazioni con cui Musica e Danza, a secoli di distanza, sanno misurarsi, dialogare, commuoverci.
Le interazioni Musica/Danza nella Chaconne di José Limon
Kristen Foote | Allen Fogelsanger
lezione-performance
In questo incontro viene presentata, una analisi coreomusicale di quest'opera, volta ad individuare i processi di trasformazione coreografica integrati nella danza. Verranno smontati gli elementi costitutivi della coreografia in termini di motivi tematici, per esaminare la relazione tra partitura musicale e partitura coreografica. In questa indagine si affronteranno anche le intersezioni tra progetto coreografico, visualizzazione musicale e gli elementi di interpretazione del danzatore.
lezione-performance
- 2 novembre, 14,30-16,00 | Teatro
In questo incontro viene presentata, una analisi coreomusicale di quest'opera, volta ad individuare i processi di trasformazione coreografica integrati nella danza. Verranno smontati gli elementi costitutivi della coreografia in termini di motivi tematici, per esaminare la relazione tra partitura musicale e partitura coreografica. In questa indagine si affronteranno anche le intersezioni tra progetto coreografico, visualizzazione musicale e gli elementi di interpretazione del danzatore.
Pause and Repeat: composizione Suono/Movimento in tempo reale
Alan Good | Allen Fogelsanger
lezione-performance
Questo incontro si sviluppa sulla esperienza di 'When In...' l'ultimo lavoro realizzato da Alan Good e Allen Fogelsanger. 'When in...' è il risultato di due anni di sperimentazioni nella improvvisazione e rappresenta una sintesi e uno sviluppo dell'idea di astrazione ed improvvisazione, così come si è fatta strada tra XX e XXI secolo; un'idea che si muove all'interno di un quadro concettuale in evoluzione in cui esporre suono e movimento, musica e danza, materiali auditivi e visuali che meritino l'attenzione di un pubblico il cui tempo sia profondamente rispettato. La principale strategia artistica messa in atto consiste nell'impiego di pausa e ripetizione come strumenti per inquadrare gesti e frasi elementari e rivelarne elementi e qualità insospettate. Il pubblico ha risposto a questo progetto di formalismo compositivo in maniera sorprendente, rivelando la sua attitudine alla interpretazione narrativa, vedendo o sentendo immagini. Queste reazioni sovvertono e sovrastrutturano ciò che persiste della architettura aperta e temporalmente non lineare di quelle performance. In queste sperimentazioni sono state utilizzate diverse configurazioni di danzatori e musicisti. Il progetto è iniziato nel gennaio 2017 alla University Settlement di New York ed è proseguito con diversi spettacoli a The West End Theater di New York e Scholes Street Studio di Brooklyn.
lezione-performance
- 1 novembre, 14,30-16,00 | Teatro
Questo incontro si sviluppa sulla esperienza di 'When In...' l'ultimo lavoro realizzato da Alan Good e Allen Fogelsanger. 'When in...' è il risultato di due anni di sperimentazioni nella improvvisazione e rappresenta una sintesi e uno sviluppo dell'idea di astrazione ed improvvisazione, così come si è fatta strada tra XX e XXI secolo; un'idea che si muove all'interno di un quadro concettuale in evoluzione in cui esporre suono e movimento, musica e danza, materiali auditivi e visuali che meritino l'attenzione di un pubblico il cui tempo sia profondamente rispettato. La principale strategia artistica messa in atto consiste nell'impiego di pausa e ripetizione come strumenti per inquadrare gesti e frasi elementari e rivelarne elementi e qualità insospettate. Il pubblico ha risposto a questo progetto di formalismo compositivo in maniera sorprendente, rivelando la sua attitudine alla interpretazione narrativa, vedendo o sentendo immagini. Queste reazioni sovvertono e sovrastrutturano ciò che persiste della architettura aperta e temporalmente non lineare di quelle performance. In queste sperimentazioni sono state utilizzate diverse configurazioni di danzatori e musicisti. Il progetto è iniziato nel gennaio 2017 alla University Settlement di New York ed è proseguito con diversi spettacoli a The West End Theater di New York e Scholes Street Studio di Brooklyn.
Blind date
performance
L'incontro tra due soggetti - un musicista e un danzatore che non conoscono l'identità dell'altro - può costituire un terreno di fertile creatività per i linguaggi di entrambi, e un'occasione per sperimentare nuove soluzioni. Ogni sessione si articola in sette incontri, aperti a tutti i partecipanti al Convegno (musicisti o danzatori), previa apposita iscrizione.
- 1 novembre, 16,30-18,30 | Teatro
- 2 novembre, 16,30-18,30 | Teatro
L'incontro tra due soggetti - un musicista e un danzatore che non conoscono l'identità dell'altro - può costituire un terreno di fertile creatività per i linguaggi di entrambi, e un'occasione per sperimentare nuove soluzioni. Ogni sessione si articola in sette incontri, aperti a tutti i partecipanti al Convegno (musicisti o danzatori), previa apposita iscrizione.
The Embodied Ensemble - la metodologia nella collaborazione Musica/Danza
Guy Harries
lezione-laboratorio
In questo incontro Guy Harries presenta un ampio spettro di metodologie sviluppate ed applicate per creare in modo collaborativo brani per un ensemble di musicisti e studenti di danza. Basandosi sulle esperienze del Teatro Fisico, dell'Ascolto Profondo di Pauline Oliveros, dei Viewpoints di Ann Bogart e di diverse altre metodolgie, nel presente laboratorio i partecipanti procederanno alla esplorazione dei materiali sonori e di movimento e alla creazione di brevi composizioni. Sin dall'inizio, musicisti e danzatori attraverseranno assieme il processo di eaborazione e creazione, portandovi dentro la loro esperienza e competenza.
Guy Harries affronterà anche i modi in cui questo metodo può essere usato per facilitare il processo creativo nella pratica artistica interdisciplinare, come anche nel lavoro con studenti universitari e in diversi altri contesti.
lezione-laboratorio
- 2 novembre, 11,30-13,00 | Aula Rosa
In questo incontro Guy Harries presenta un ampio spettro di metodologie sviluppate ed applicate per creare in modo collaborativo brani per un ensemble di musicisti e studenti di danza. Basandosi sulle esperienze del Teatro Fisico, dell'Ascolto Profondo di Pauline Oliveros, dei Viewpoints di Ann Bogart e di diverse altre metodolgie, nel presente laboratorio i partecipanti procederanno alla esplorazione dei materiali sonori e di movimento e alla creazione di brevi composizioni. Sin dall'inizio, musicisti e danzatori attraverseranno assieme il processo di eaborazione e creazione, portandovi dentro la loro esperienza e competenza.
Guy Harries affronterà anche i modi in cui questo metodo può essere usato per facilitare il processo creativo nella pratica artistica interdisciplinare, come anche nel lavoro con studenti universitari e in diversi altri contesti.
Gli atti della composizione coreografico-musicale
I. Acts of Transformation - strategie di intervento coreografico nella cornice di musiche preesistenti
Stephanie Jordan
lezione
In questo incontro Stephanie Jordan esaminerà l'uso che i coreografi fanno della musica già esistente, in quelle che potrebbero essere chiamate 'danze musicali', ovvero quel genere di danze direttamente sollecitate dalla musica.
Un tema centrale è la trasformazione, l'intervento e persino il sovvertimento della musica, così che nuovi significati vengano introdotti e le strutture musicali siano ascoltate in un modo diverso.
Esempi forti in questo senso ci vengono dal coreografo americano Mark Morris che si rivela straordinario in questo di tipo di esplorazioni coreomusicali. Verrà inoltre introdotto uno stile coreomusicale molto differente e più libero come quello del coreografo britannico Richard Alston alle prese con una Mazurka di Chopin.
Una coreografia a sorpresa concluderà l'incontro.
Stephanie Jordan
lezione
- 1 novembre, 11,30-13,00 | Teatro
In questo incontro Stephanie Jordan esaminerà l'uso che i coreografi fanno della musica già esistente, in quelle che potrebbero essere chiamate 'danze musicali', ovvero quel genere di danze direttamente sollecitate dalla musica.
Un tema centrale è la trasformazione, l'intervento e persino il sovvertimento della musica, così che nuovi significati vengano introdotti e le strutture musicali siano ascoltate in un modo diverso.
Esempi forti in questo senso ci vengono dal coreografo americano Mark Morris che si rivela straordinario in questo di tipo di esplorazioni coreomusicali. Verrà inoltre introdotto uno stile coreomusicale molto differente e più libero come quello del coreografo britannico Richard Alston alle prese con una Mazurka di Chopin.
Una coreografia a sorpresa concluderà l'incontro.
II. Coreografi, compositori e collaborazioni
Stephanie Jordan
lezione
Le collaborazioni compositore/coreografo che iniziano dal grado zero, sono il tema di questo incontro.
Verranno discussi i processi di lavorazione e i risultati di tali collaborazioni, interrogandosi se particolari metodi di lavoro conducano a particolari risultati. Verranno esaminate diverse 'collaborazioni' di Stravinsky, dalle commisiioni di Diaghilev per i Ballets Russes, a quelle di George Balanchine per il New York City Ballet; a seguire, una deviazione verso l'arrangiamento di Yvonne Rainer, la coreografa che nel 2006 propone la sua riflessione coreografica su Agon di Stravinsky/Balanchine del 1957.
Verranno inoltre esaminate le recenti collaborazioni promosse da Shobana Jeyasingh e dal duo Jonathan Burrows e Matteo Fargion e si proverà a riflettere sulla collocazione della musica all'interno del discorso sulla danza contemporanea.
Stephanie Jordan
lezione
- 3 novembre, 15,00-16,15 | Teatro
Le collaborazioni compositore/coreografo che iniziano dal grado zero, sono il tema di questo incontro.
Verranno discussi i processi di lavorazione e i risultati di tali collaborazioni, interrogandosi se particolari metodi di lavoro conducano a particolari risultati. Verranno esaminate diverse 'collaborazioni' di Stravinsky, dalle commisiioni di Diaghilev per i Ballets Russes, a quelle di George Balanchine per il New York City Ballet; a seguire, una deviazione verso l'arrangiamento di Yvonne Rainer, la coreografa che nel 2006 propone la sua riflessione coreografica su Agon di Stravinsky/Balanchine del 1957.
Verranno inoltre esaminate le recenti collaborazioni promosse da Shobana Jeyasingh e dal duo Jonathan Burrows e Matteo Fargion e si proverà a riflettere sulla collocazione della musica all'interno del discorso sulla danza contemporanea.
Evoluzione storica e prospettive della Musica per le classi di Danza
I. Un'esplorazione storica dell'evoluzione della Musica per le lezioni di danza nel '900
Suzanne Knosp
lezione
La storia dell'evoluzione della musica per le lezioni di danza è ricca e lunga. Al tempo di Luigi XIV era stata sviluppata da Jean Baptiste Lully ed era basata sulle forme musicali dell'epoca. L'accompagnamento era realizzato da musicisti al liuto, al clavicembalo, al violino e da piccoli gruppi d'archi. August Bournonville, non solamente insegnava danza, ma suonava il violino per accompagnare gli esercizi della lezione; Bournonville eseguiva musica classica e motivi popolari di danza per le sue classi. Ludwig Theodor Schmidt (altrimenti conosciuto come Louis Forgeron), dopo essersi congedato dalla compagnia di Bournonville, si dedicò a suonare il violino insieme allo stesso Bournonville durante le lezioni di danza. Schmidt iniziò a comporre, documentare ed arrangiare per pianoforte la musica che si suonava al violino e così diede origine alla musica per lezioni quotidiane Bournonville. Questa lezione è intesa ad identificare e analizzare la musica composta per le classi di danza con l'obiettivo di individuare il percorso storico di questa musica dall'inizio del '900 ai giorni nostri.
Suzanne Knosp
lezione
- 1 novembre, 9,30-11,00 | Aula Rosa
La storia dell'evoluzione della musica per le lezioni di danza è ricca e lunga. Al tempo di Luigi XIV era stata sviluppata da Jean Baptiste Lully ed era basata sulle forme musicali dell'epoca. L'accompagnamento era realizzato da musicisti al liuto, al clavicembalo, al violino e da piccoli gruppi d'archi. August Bournonville, non solamente insegnava danza, ma suonava il violino per accompagnare gli esercizi della lezione; Bournonville eseguiva musica classica e motivi popolari di danza per le sue classi. Ludwig Theodor Schmidt (altrimenti conosciuto come Louis Forgeron), dopo essersi congedato dalla compagnia di Bournonville, si dedicò a suonare il violino insieme allo stesso Bournonville durante le lezioni di danza. Schmidt iniziò a comporre, documentare ed arrangiare per pianoforte la musica che si suonava al violino e così diede origine alla musica per lezioni quotidiane Bournonville. Questa lezione è intesa ad identificare e analizzare la musica composta per le classi di danza con l'obiettivo di individuare il percorso storico di questa musica dall'inizio del '900 ai giorni nostri.
II. Comporre Nuova Musica per le lezioni di danza
Kim Helweg
lezione
In accordo con gli studi coreomusicologici, la musica per le classi di danza ha avuto una evoluzione storica peculiare. Ciò che possiamo ascoltare in una classe di danza oggi è diverso da ciò che avremmo potuto ascoltare 50 anni fa. Il Jazz, il Rock, il Pop e la World Music hanno trovato il modo per entrare a far parte di questa area musicale specifica, piena di regole e tradizioni, portando elementi nuovi nella stessa tecnica di danza. Il rispetto della tradizione deve accompagnarsi ad approcci creativi nuovi nell'esercizio quotidiano dei danzatori professionisti come degli allievi, esattamente come avviene in scena dove i balletti classici vengono rappresentati assieme a nuove coreografie.
In questo incontro si parlerà delle opportunità, dei modi e delle conseguenze di implementare l'interazione tra nuova musica e lezioni di danza
Kim Helweg
lezione
- 2 novembre, 14,30-16,00 | Aula Rosa
In accordo con gli studi coreomusicologici, la musica per le classi di danza ha avuto una evoluzione storica peculiare. Ciò che possiamo ascoltare in una classe di danza oggi è diverso da ciò che avremmo potuto ascoltare 50 anni fa. Il Jazz, il Rock, il Pop e la World Music hanno trovato il modo per entrare a far parte di questa area musicale specifica, piena di regole e tradizioni, portando elementi nuovi nella stessa tecnica di danza. Il rispetto della tradizione deve accompagnarsi ad approcci creativi nuovi nell'esercizio quotidiano dei danzatori professionisti come degli allievi, esattamente come avviene in scena dove i balletti classici vengono rappresentati assieme a nuove coreografie.
In questo incontro si parlerà delle opportunità, dei modi e delle conseguenze di implementare l'interazione tra nuova musica e lezioni di danza
La Post Modern Dance negli USA: la liberazione delle forme e i processi di collaborazione Musica/Danza
Christian Cherry
lezione
In questo incontro si esamineranno alcuni degli effetti che l'esperienza del Judson Dance Theater (Trio A e i successivi modelli) ha avuto negli Stai Uniti. In particolare, gli effetti sulla musica e sulla danza sono stati documentati da Sally Bane nel suo libro Writing Dancing in the Age of Postmodernism. A partire da questo testo e sulla scorta di osservazioni ed esperienze diverse, si porrà un particolare accento alle trasformazioni delle modalità di collaborazione attraverso la rivoluzione del postmodernismo, dell'hip hop e dello streaming audio.
lezione
- 1 novembre, 11,30-13,00 | Aula Rosa
In questo incontro si esamineranno alcuni degli effetti che l'esperienza del Judson Dance Theater (Trio A e i successivi modelli) ha avuto negli Stai Uniti. In particolare, gli effetti sulla musica e sulla danza sono stati documentati da Sally Bane nel suo libro Writing Dancing in the Age of Postmodernism. A partire da questo testo e sulla scorta di osservazioni ed esperienze diverse, si porrà un particolare accento alle trasformazioni delle modalità di collaborazione attraverso la rivoluzione del postmodernismo, dell'hip hop e dello streaming audio.
Translucent borders: la lingua madre nelle interazioni tra Musica e Danza
Andy Teirstein
lezione-laboratorio
Un confine può essere rappresentato da una linea. Ma può anche essere visto in modo più ampio, come uno spazio fertile, un luogo potenziale per il confronto o per l'apprendimento e l'evoluzione. Il progetto Translucent Borders esamina i modi in cui la musica e la danza possono condurre le rispettive culture oltre i propri confini, in assenza di una lingua parlata comune. Translucent Borders è un'indagine triennale presso la New York University, che prende in considerazione varie modalità di improvvisazione nel luogo dell'incontro tra culture diverse. E' un progetto che esplora i modi in cui ballerini e musicisti possono fungere da catalizzatori per un impegno creativo che possa varcare i confini geografici e culturali. Il progetto è stato ideato e portato avanti da un gruppo di lavoro del Global Institute for Advanced Study della NYU. Intrapreso nel 2016 nei campi profughi di Lesbo, Translucent Borders ha facilitato le conversazioni globali tra ballerini e musicisti in Israele, Palestina, Grecia, Cuba e Ghana attraverso interviste, circoli di condivisione delle conoscenze, improvvisazioni ed esibizioni. Nel 2018, i maestri ballerini e musicisti di diverse nazionalità con cui il progetto aveva collaborato hanno partecipato negli Stati Uniti a una serie di incontri con esibizioni in prima mondiale al Jacobs Pillow Dance Festival, al Lincoln Center e alla New York University.
Questa lecture indaga alcune delle tensioni inerenti all'uso dell'improvvisazione sorte nel corso del progetto e delle sue performances: ad esempio, il fatto di riunire compositori che usano la notazione scritta con maestri musicisti che lavorano principalmente in un ambiente non notazionale, può sollevare molte sfide per entrambi, non solo nei vari aspetti della produzione sonora, ma da un punto di vista psicologico e di appartenenza culturale.
Workshop (1 ora)
Il progetto Translucent Borders ha sviluppato una serie di tecniche di improvvisazione come strumenti per esplorare la musica e la danza nel dialogo attraverso le culture. I partecipanti al workshop saranno guidati attraverso alcune improvvisazioni tratte dall'esperienza maturata nell'ambito del progetto.
Film and Talk (45 minuti)
Il regista Oresti Tsonopolous ha realizzato il film documentario Translucent Borders, che offre una panoramica del progetto di ricerca NYU Translucent Borders. Il film (25 minuti) sarà seguito da una discussione.
lezione-laboratorio
- 3 novembre, 11,30-13,15 | Teatro
Un confine può essere rappresentato da una linea. Ma può anche essere visto in modo più ampio, come uno spazio fertile, un luogo potenziale per il confronto o per l'apprendimento e l'evoluzione. Il progetto Translucent Borders esamina i modi in cui la musica e la danza possono condurre le rispettive culture oltre i propri confini, in assenza di una lingua parlata comune. Translucent Borders è un'indagine triennale presso la New York University, che prende in considerazione varie modalità di improvvisazione nel luogo dell'incontro tra culture diverse. E' un progetto che esplora i modi in cui ballerini e musicisti possono fungere da catalizzatori per un impegno creativo che possa varcare i confini geografici e culturali. Il progetto è stato ideato e portato avanti da un gruppo di lavoro del Global Institute for Advanced Study della NYU. Intrapreso nel 2016 nei campi profughi di Lesbo, Translucent Borders ha facilitato le conversazioni globali tra ballerini e musicisti in Israele, Palestina, Grecia, Cuba e Ghana attraverso interviste, circoli di condivisione delle conoscenze, improvvisazioni ed esibizioni. Nel 2018, i maestri ballerini e musicisti di diverse nazionalità con cui il progetto aveva collaborato hanno partecipato negli Stati Uniti a una serie di incontri con esibizioni in prima mondiale al Jacobs Pillow Dance Festival, al Lincoln Center e alla New York University.
Questa lecture indaga alcune delle tensioni inerenti all'uso dell'improvvisazione sorte nel corso del progetto e delle sue performances: ad esempio, il fatto di riunire compositori che usano la notazione scritta con maestri musicisti che lavorano principalmente in un ambiente non notazionale, può sollevare molte sfide per entrambi, non solo nei vari aspetti della produzione sonora, ma da un punto di vista psicologico e di appartenenza culturale.
Workshop (1 ora)
Il progetto Translucent Borders ha sviluppato una serie di tecniche di improvvisazione come strumenti per esplorare la musica e la danza nel dialogo attraverso le culture. I partecipanti al workshop saranno guidati attraverso alcune improvvisazioni tratte dall'esperienza maturata nell'ambito del progetto.
Film and Talk (45 minuti)
Il regista Oresti Tsonopolous ha realizzato il film documentario Translucent Borders, che offre una panoramica del progetto di ricerca NYU Translucent Borders. Il film (25 minuti) sarà seguito da una discussione.
Le influenze della musica e della danza spagnole nel balletto classico e nella pratica del suo accompagnamento
Juan Antonio Mata
lezione
La Danza Spagnola, risultato delle diverse culture che si sono avvicendate nella penisola iberica nel corso dei secoli, è stata fonte di ispirazione nel repertorio del balletto classico, per il suo forte temperamento e il suo carico emozionale. Ne distinguiamo quattro forme: la Scuola di Bolero, il Folklore, la Danza Stilizzata e il Flamenco; ognuna di esse ha un suo specifico vocabolario.
Grazie anche al forte legame con la musica, la Danza Spagnola si è facilmente diffusa al di fuori della Spagna; dalle danza regionali (come la Jota), alla Cachucha, che sorprese l'Europa, all'influenza sui lavori di Petipa e Tchaikovsky, alle collaborazioni tra compositori come Manuel de Falla e Diaghilev, a quelle tra Massine e "Argentinita", fino alle più recenti fusioni tra il più puro Flamenco con il Jazz e la Musica Contempranea.
Il danzatore di Danza Spagnola è spesso un virtuoso delle percussioni attraverso nacchere, zapateado e body percussion; per questa forte attenzione al ritmo, l'accompagnamento richiede indicazioni precise nella scelta della musica, del repertorio, dell'improvvisazione, oltre ad una speciale e stretta collaborazione con l'insegnante di danza.
lezione
- 3 novembre, 11,30-13,15 | Aula Rosa
La Danza Spagnola, risultato delle diverse culture che si sono avvicendate nella penisola iberica nel corso dei secoli, è stata fonte di ispirazione nel repertorio del balletto classico, per il suo forte temperamento e il suo carico emozionale. Ne distinguiamo quattro forme: la Scuola di Bolero, il Folklore, la Danza Stilizzata e il Flamenco; ognuna di esse ha un suo specifico vocabolario.
Grazie anche al forte legame con la musica, la Danza Spagnola si è facilmente diffusa al di fuori della Spagna; dalle danza regionali (come la Jota), alla Cachucha, che sorprese l'Europa, all'influenza sui lavori di Petipa e Tchaikovsky, alle collaborazioni tra compositori come Manuel de Falla e Diaghilev, a quelle tra Massine e "Argentinita", fino alle più recenti fusioni tra il più puro Flamenco con il Jazz e la Musica Contempranea.
Il danzatore di Danza Spagnola è spesso un virtuoso delle percussioni attraverso nacchere, zapateado e body percussion; per questa forte attenzione al ritmo, l'accompagnamento richiede indicazioni precise nella scelta della musica, del repertorio, dell'improvvisazione, oltre ad una speciale e stretta collaborazione con l'insegnante di danza.
Esercizi di scrittura
I. Quaderno del Pianista al Ballo
Barbara Cocconi
presentazione
Il Quaderno raccoglie appunti, materiali e idee per una metodologia finalizzata ad un primo e fecondo contatto con l’attività di accompagnamento pianistico delle lezioni di danza classico-accademica. L’articolazione degli argomenti trattati rispecchia la molteplicità di elementi e fattori che concorrono a formare la fisionomia del pianista accompagnatore “al ballo” come figura fondamentale a fianco del maestro di danza e nel rapporto con la compagine dei danzatori, siano essi studenti o professionisti, nonché come presenza attiva a tutto tondo in sala danza. Protagonista è dunque innanzitutto la danza, con il suo vocabolario, le sue dinamiche e le sue qualità motorie, le sue modalità comunicative e le sue esigenze musicali. Il pianista deve riunire in sé tutto questo sapere insieme ad una serie di abilità tecnico-musicali necessarie per affrontare la variabilità e l’estemporaneità delle richieste e ad un alto grado di partecipazione personale - intellettuale ed emotiva - all’evento-lezione. Il volume si configura non come la fornitura di semplici precetti e di materiali pronti all’uso, bensì come percorso globale di conoscenza - potenziato da contributi tecnici concessi da alcuni esperti -, fondamento e ispirazione per lo spirito di ricerca e approfondimento delle componenti implicate, in funzione del raggiungimento di una sufficiente ed efficiente autonomia professionale in seno alla lezione di danza, vista sotto tutte le possibili prospettive.
II. The Art of Class
Karen MacIver
presentazione
Da musicisti che lavorano con il movimento, in quali modi comprendiamo profondamente le nostre capacità e come possiamo trasmetterle nei sempre più diffusi corsi di formazione per musicisti della danza?
Nel 2006 il Dipartimento di Musica dello Scottish Ballet ha iniziato una collaborazione con il Royal Conservatoire of Scotland per avviare un progetto dedicato alla formazione del musicista della danza. Karen MacIver ne è stata figura chiave rivestendo il ruolo di docente e tutor degli studenti che, impegnati nell'apprendimento delle competenze necessarie per suonare in una compagnia di balletto professionale, hanno ottenuto il primo titolo qualificante nel suo genere, il Master of Music for Piano in Dance.
In questi 12 anni, Karen ha documentato il suo lavoro, realizzando un e-book audiovisivo che vuole essere un manuale pratico per lo sviluppo delle capacità di pianisti professionisti nonché una presentazione circostanziata di idee per questo ambito fatto di pianisti che vogliono imparare ad applicare le loro conoscenze e competenze nel campo della danza.
Barbara Cocconi
presentazione
- 1 novembre, 16,30-18,30 | Aula Rosa
Il Quaderno raccoglie appunti, materiali e idee per una metodologia finalizzata ad un primo e fecondo contatto con l’attività di accompagnamento pianistico delle lezioni di danza classico-accademica. L’articolazione degli argomenti trattati rispecchia la molteplicità di elementi e fattori che concorrono a formare la fisionomia del pianista accompagnatore “al ballo” come figura fondamentale a fianco del maestro di danza e nel rapporto con la compagine dei danzatori, siano essi studenti o professionisti, nonché come presenza attiva a tutto tondo in sala danza. Protagonista è dunque innanzitutto la danza, con il suo vocabolario, le sue dinamiche e le sue qualità motorie, le sue modalità comunicative e le sue esigenze musicali. Il pianista deve riunire in sé tutto questo sapere insieme ad una serie di abilità tecnico-musicali necessarie per affrontare la variabilità e l’estemporaneità delle richieste e ad un alto grado di partecipazione personale - intellettuale ed emotiva - all’evento-lezione. Il volume si configura non come la fornitura di semplici precetti e di materiali pronti all’uso, bensì come percorso globale di conoscenza - potenziato da contributi tecnici concessi da alcuni esperti -, fondamento e ispirazione per lo spirito di ricerca e approfondimento delle componenti implicate, in funzione del raggiungimento di una sufficiente ed efficiente autonomia professionale in seno alla lezione di danza, vista sotto tutte le possibili prospettive.
II. The Art of Class
Karen MacIver
presentazione
- 2 novembre, 16,30-18,30 | Aula Rosa
Da musicisti che lavorano con il movimento, in quali modi comprendiamo profondamente le nostre capacità e come possiamo trasmetterle nei sempre più diffusi corsi di formazione per musicisti della danza?
Nel 2006 il Dipartimento di Musica dello Scottish Ballet ha iniziato una collaborazione con il Royal Conservatoire of Scotland per avviare un progetto dedicato alla formazione del musicista della danza. Karen MacIver ne è stata figura chiave rivestendo il ruolo di docente e tutor degli studenti che, impegnati nell'apprendimento delle competenze necessarie per suonare in una compagnia di balletto professionale, hanno ottenuto il primo titolo qualificante nel suo genere, il Master of Music for Piano in Dance.
In questi 12 anni, Karen ha documentato il suo lavoro, realizzando un e-book audiovisivo che vuole essere un manuale pratico per lo sviluppo delle capacità di pianisti professionisti nonché una presentazione circostanziata di idee per questo ambito fatto di pianisti che vogliono imparare ad applicare le loro conoscenze e competenze nel campo della danza.
L'interazione delle tradizioni musicali e di balletto nelle partiture di Tchaikovsky e le odierne espressioni della pratica musicale nell'Accademia Vaganova
Galina Bezuglaya
lezione
L'incontro, volto ad approfondire i modi di relazione tra musicista e danzatore, si snoda attorno ad alcune questioni fondamentali. Qual è la cultura musicale del balletto? Tradizionalmente, in che modo i danzatori si relazionano con la musica? In che modo collaborano con i compositori? Quali sono le regole che il balletto ha stabilito per la musica da balletto? In che modo tutto questo condiziona la relazione tra musicisti e danzatori al giorno d'oggi?
Queste domande introducono due temi di discussione
I. Le partiture musicali dei balletti di Tchaikovsky.
Qual è stata l'influenza di Marius Petipa nelle partiture ballettistiche di Tchaikovsky? Quali aspetti musicali non russi sono stati importati in quella musica? Quali sono le caratteristiche degli arrangiamenti pianistici dei balletti di Tchaikovsky e come possono essere eseguiti?
II. Come sono stati formati i pianisti all'Accademia Vaganova negli ultimi 20 anni?
Quali sono le capacità necessarie ad un pianista per lavorare nell'ambito coreutico? Quali elementi della musica possono aiutare il musicista a creare l'immagine del movimento, al fine di rappresentare e visualizzare la forma della danza nello spazio della musica? Come sviluppare l'abilità ad improvvisare? Quali indicazioni dovremmo seguire nello studio?
lezione
- 1 novembre, 14,30-16,00 | Aula Rosa
L'incontro, volto ad approfondire i modi di relazione tra musicista e danzatore, si snoda attorno ad alcune questioni fondamentali. Qual è la cultura musicale del balletto? Tradizionalmente, in che modo i danzatori si relazionano con la musica? In che modo collaborano con i compositori? Quali sono le regole che il balletto ha stabilito per la musica da balletto? In che modo tutto questo condiziona la relazione tra musicisti e danzatori al giorno d'oggi?
Queste domande introducono due temi di discussione
I. Le partiture musicali dei balletti di Tchaikovsky.
Qual è stata l'influenza di Marius Petipa nelle partiture ballettistiche di Tchaikovsky? Quali aspetti musicali non russi sono stati importati in quella musica? Quali sono le caratteristiche degli arrangiamenti pianistici dei balletti di Tchaikovsky e come possono essere eseguiti?
II. Come sono stati formati i pianisti all'Accademia Vaganova negli ultimi 20 anni?
Quali sono le capacità necessarie ad un pianista per lavorare nell'ambito coreutico? Quali elementi della musica possono aiutare il musicista a creare l'immagine del movimento, al fine di rappresentare e visualizzare la forma della danza nello spazio della musica? Come sviluppare l'abilità ad improvvisare? Quali indicazioni dovremmo seguire nello studio?
La pulsazione come elemento chiave e di complessità nel rapporto Musica/Danza
Hjalmar Öhrström | Katarina Lundmark
lezione-laboratorio
Musica e Danza sono espressioni sfaccettate fatte di somiglianze e differenze. Il ritmo è una delle dimensioni che le tiene assieme. La pulsazione, come aspetto del ritmo, della musica e della danza, può essere spesso intesa come qualcosa di statico e prevedibile. In questo laboratorio si proverà a sfidare questo assunto e a trattare la pulsazione come qualcosa di dinamico, stimolante e complesso.
Una spiegazione corredata di esempi pratici mostrerà in che modo le capacità fisiche relative alla pulsazione possono essere definite e sperimentate e di come il lavoro con il movimento e la pulsazione possa essere divertente e carico di sfide. Questo porterà ad un approccio sia teorico che pratico alla relazione fisica tra pulsazione e groove. L'ultima parte del laboratorio svilupperà la relazione pulsazione-danza-musica concentrandosi su come l'esperienza fisica della pulsazione possa essere sviluppata e approfondita nel musicista come nel danzatore.
Il laboratorio è pratico.
lezione-laboratorio
- 3 novembre, 9,30-11,00 | Aula Rosa
Musica e Danza sono espressioni sfaccettate fatte di somiglianze e differenze. Il ritmo è una delle dimensioni che le tiene assieme. La pulsazione, come aspetto del ritmo, della musica e della danza, può essere spesso intesa come qualcosa di statico e prevedibile. In questo laboratorio si proverà a sfidare questo assunto e a trattare la pulsazione come qualcosa di dinamico, stimolante e complesso.
Una spiegazione corredata di esempi pratici mostrerà in che modo le capacità fisiche relative alla pulsazione possono essere definite e sperimentate e di come il lavoro con il movimento e la pulsazione possa essere divertente e carico di sfide. Questo porterà ad un approccio sia teorico che pratico alla relazione fisica tra pulsazione e groove. L'ultima parte del laboratorio svilupperà la relazione pulsazione-danza-musica concentrandosi su come l'esperienza fisica della pulsazione possa essere sviluppata e approfondita nel musicista come nel danzatore.
Il laboratorio è pratico.
Egyptian fundamentals
Hjalmar Öhrström | Annika Koskinen
lezione-laboratorio
La danza tradzionale egiziana è una forma d'arte improvvisata, in cui danzatore e musicista interagiscono in maniera stretta, raggiungendo l'unità delle loro espressioni artistiche. Annika Koskinen lavora sulla danza egiziana, Hjalmar Öhrström è un musicista improvvisatore nel solco della tradizione musicale afro-americana. All'interno e al di fuori dei confini della tradizione, entrambi espanderanno le possibilità del tradizionale linguaggio della danza egiziana.
lezione-laboratorio
- 2 novembre, 9,30-11,00 | Aula Rosa
La danza tradzionale egiziana è una forma d'arte improvvisata, in cui danzatore e musicista interagiscono in maniera stretta, raggiungendo l'unità delle loro espressioni artistiche. Annika Koskinen lavora sulla danza egiziana, Hjalmar Öhrström è un musicista improvvisatore nel solco della tradizione musicale afro-americana. All'interno e al di fuori dei confini della tradizione, entrambi espanderanno le possibilità del tradizionale linguaggio della danza egiziana.